Il 1 febbraio si celebra il centenario della nascita di Renata Tebaldi. Da Pesaro il suo ricordo dalla pianista Francesca Matacena.
‘Anche io sono cresciuta all’ombra di Palazzo Olivieri e della statua di Gioachino Rossini che troneggia nell’atrio del Conservatorio Rossini di Pesaro. Qua sono passati alcuni dei più grandi protagonisti del panorama musicale del novecento, come Pietro Mascagni, Amilcare Zanella, Riccardo Zandonai. E tra gli allievi Mario Del Monaco, Renata Tebaldi. Hanno lasciato delle tracce di sé indelebili e indimenticabili, modelli positivi per tanti giovani musicisti. Ecco perché oggi, nel centenario della nascita, entrando in Conservatorio, voglio ricordare Renata Tebaldi, quella che per me è stata la musa per antonomasia. La sua arte, la sua vita, il coraggio, la tenacia sono stati fonte di ispirazione e un modello a cui aspirare. I suoi traguardi la consapevolezza che da una piccola città come Pesaro possa accadere di cambiare la storia, di fare il mondo migliore’.
Renata Tebaldi era nata a Pesaro il primo febbraio, in un appartamento che si affacciava, a Corso XI settembre, precisamente la casa dei nonni in via Perticari 1, alle 5 del pomeriggio. Suo padre si chiamava Teobaldo Tebaldi, imparentato con la famiglia Alberini (titolari di una celebre pasticceria del Corso) attraverso sua sorella Giovanna, seconda moglie di Costante Alberini. La madre di Renata, Giuseppina Barbieri, veniva da Langhirano, vicino a Parma, ed era un’abile ricamatrice. Lì conobbe Teobaldo, giovane ufficiale dei granatieri, in convalescenza per una ferita di guerra, se ne innamorò e lo sposò, andando a vivere a Pesaro in casa dei parenti. Il matrimonio non durò a lungo: Renata Tebaldi ritornò a Langhirano in fasce, di appena 3 mesi, con la mamma. A tre anni Renata fu colpita dalla poliomelite. Seguirono cinque anni di cure e di tormenti per recuperare la salute. A dieci anni Renata studiava il pianoforte. La sua maestra di piano sentendola cantare la convinse a presentarsi all’esame di ammissione al conservatorio di Parma. Renata aveva solo diciassette anni, un anno in meno dell’età prescritta, ma superò brillantemente la prova e fu ammessa al corso del maestro Ettore Campogalliani, uno degli insegnanti di canto più rinomati del tempo. Ogni mattina Renata partiva da Langhirano di buon’ora alla cinque per salire sul trenino sconquassato che andava a carbone il quale per coprire i ventiquattro chilometri che separavano Langhirano da Parma, impiegava ben due ore. Il lungo viaggio e i sacrifici non la fermarono ed in breve divenne la più promettente allieva del Conservatorio di Parma. Quando lei prendeva lezione erano tutti ad origliare alla porta!
Ogni anno tornava nella sua città natale per le vacanze estive, ospite della zia Giovanna e dei cugini. Pesaro segnò i passi importanti della sua vita. Tutto quello che doveva sapere del ‘palcoscenico’ lo deve a Pesaro. Pesaro gli riservò l’incontro decisivo per la sua vita. Fu proprio una zia a farle incontrare infatti Carmen Melis grande soprano di inizio secolo e direttrice della scuola di canto al Conservatorio di Pesaro che la fece ascoltare al direttore Riccardo Zandonai che rivolto alla madre disse : “Non far cantare questa ragazza non sarebbe un errore, sarebbe un delitto”. Renata Tebaldi così si stabilì a Pesaro, ospite dei nonni, negli anni intorno alla guerra per frequentare il Conservatorio. Poi un periodo di sfollamento a Cartoceto durante la seconda guerra mondiale assieme a tanti pesaresi tra i quali la famiglia di Mario Del Monaco. Qui avvenne il debutto di Renata Tebaldi : era l’ottobre 1942, le cronache dell’epoca raccontano che il Teatro del Trionfo di Cartoceto era gremito, quella sera Renata Tebaldi regalava qualche ora di svago dai dolori e dalle privazioni causate dalla guerra, con un recital operistico accompagnata al pianoforte dalla sua cara amica Tilde Bezziccheri.
Fu proprio la sua maestra Carmen Melis ad organizzarle qualche anno dopo, l’incontro con Arturo Toscanini. Toscanini, era rientrato dagli Stati Uniti dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, e stava preparando il grande concerto per la riapertura della Scala in un’Italia che risorgeva dalle macerie.
Renata Tebaldi raccontava questo incontro nei minimi dettagli : la piccola pensione di Milano, la passeggiata a piedi alle 6 del mattino per arrivare alla Scala, la permanenza a gironzolare in Galleria in attesa che aprissero il portone del Teatro, i giornali comperati all’edicola all’angolo. E poi il momento dell’audizione, fissata alle ore 10, di quella mattina di primavera, il custode chiede con voce severa ‘Renato Tebaldi, c’è?’. E lei prontamente lo corregge : sono io, ma sono Renata! Il buio della Sala, l’aspetto burbero di Arturo Toscanini, gli errori del pianista accompagnatore …eppoi finalmente il “Brava, brava!” del maestro come premio alla sua costanza.
Vinse l’audizione e prese parte come voce solista al concerto dell’11 maggio 1944. L’evento fu trasmesso per radio dalle stazioni italiane e da quelle straniere di Berna, Parigi, Londra e New York. Dagli Stati Uniti arrivarono 24 importanti critici musicali, la piazza di fronte alla Scala era gremita di gente che non era riuscita ad entrare e così era in piazza del Duomo, dove il concerto veniva trasmesso dagli altoparlanti. Dopo la sua partecipazione a un simile evento la carriera di Renata prese il volo e ben presto diventò la regina della Scala, da tutti e per sempre, “la voce d’angelo”. Era nato un mito della lirica.
Iniziò una serie di tournée in Italia e all’estero, sempre accompagnata dalla madre, da Ernestina Viganò, la Tina, sua fedele ammiratrice, governante e amica e dall’inseparabile cagnolino New.
Sempre diretta da prestigiosi maestri, sempre affiancata da partner di eccezionale talento, nei più importanti teatri tra l’entusiasmo del pubblico Renata Tebaldi fu Aida, Leonora, Violetta, Manon, Mimì, Tosca, Liù, Adriana, Desdemona, Margherita e tante altre eroine del melodramma.
Sempre Pesaro le regalò un amico e partner dei suoi più grandi successi. Mario Del Monaco che la ricordava come ‘ una magra, delicata ragazza in compagnia della madre. La rivedeva timida e gentile, con il suo semplice cappottino. Ma qualche anno dopo Renata era già una stella’.
Proprio al fianco di Mario Del Monaco il suo debutto nell’Otello al Metropolitan di New York dove si era trasferita per la rivalità con Maria Callas (alimentata soprattutto dai giornalisti e dai fan) che aveva reso l’atmosfera della Scala irrespirabile. Lo raccontava così ‘Non c’è dubbio che alla Scala tutti i dirigenti erano per Maria, ma io decisi che non volevo soffrirne e accettai l’offerta di Bing che da anni mi chiedeva di andare al Metropolitan’.
Conquistò New York e divenne ‘Miss Sold Out’, ‘Miss Tutto Esaurito’, regina incontrastata del Met.
Tornava in Italia ogni anno, sempre a Rimini, dove viveva una cara cugina ed amica e alloggiava in un hotel di fronte al mare Adriatico, fonte di pace ed ispirazione per la sua Arte.
Rientrata definitivamente in Italia, Il 23 maggio del 1976, Renata Tebaldi tenne alla Scala una serata di beneficienza per i terremotati del Friuli. Concesse ben sette bis e alla fine fu sommersa dai fiori, dagli applausi e dall’affetto del pubblico. Fu il suo ultimo concerto. Poi si ritirò dalle scene.
Per salutare il pubblico scelse la famosa romanza ‘Non ti scordar di me’ una scelta che oggi faccio mia – racconta Francesca Matacena – per celebrarla nel giorno del suo compleanno nella sua città natale affidando la suggestione di questo importante momento al tenore Gian Luca Pasolini che, qualche mese fa, parlando di Renata Tebaldi, mi confidava essere stata presente al suo debutto in pubblico quando ancora non sapeva se avrebbe fatto il cantante lirico. Oggi Gian Luca Pasolini conta di una brillante carriera nei più prestigiosi teatri del mondo e chissà in cuor suo, anche se non lo dice apertamente, quante volte ha ricordato con emozione quel momento impreziosito dalla presenza della grande cantante lirica, che lo ascoltava dalla platea, con il suo sguardo imperturbabile nascosto dai grandi occhiali, incorniciato da una delle sue impeccabili pettinature’.
Il recital di Gian Luca Pasolini si terrà alle 18 di martedì 1 febbraio e sarà l’ omaggio al grande soprano del CIMP Concorso Città di Pesaro. Il tenore presenterà al pubblico alcune delle più belle liriche del melodramma in una rielaborazione ricercata ed affascinante assieme all’arpista Monica Micheli. Ad ospitare il Concerto la Biblioteca Oliveriana, nei luoghi d’infanzia di Renata Tebaldi, a due passi dalla casa dove viveva e studiava e che si affaccia al Conservatorio. Il concerto sarà aperto al pubblico su prenotazione (è possibile richiedere la prenotazione del posto a segreteria@cimp.it e per le restrizioni covid l’ingresso sarà consentito solo ai possessori di supergreen pass) e sarà trasmesso in diretta streaming in tutto il mondo attraverso il canale cimp.it.
Questo Concerto è solo una parte delle iniziative che il Comune di Pesaro ha messo in programma per il 2022 che vede tutte le realtà musicali della città coinvolte. Da parte di CIMP, a maggio 2022 al Teatro Rossini, il Premio Speciale Tebaldi100 dedicato alle voci di soprano e le audizioni internazionali organizzate in collaborazione con la Fondazione Tebaldi di San Marino (che si terranno in concomitanza anche a Milano e a Parigi) per il prossimo Concorso Tebaldi.
Dopo la scomparsa di Renata Tebaldi, avvenuta a San Marino il 19 dicembre 2004, nel mondo si sono moltiplicati i luoghi che la ricordano e la celebrano.
Il più famoso è forse a Hollywood nella celebre Walk of Fame dove è stata realizzata la stella dedicata a Renata Tebaldi. Nel 2004 a San Marino si è costituita la Fondazione Renata Tebaldi con lo scopo di promuovere ogni due anni un concorso vocale intitolato alla cantante.
Nel 2014 è stato inaugurato a Busseto il Museo Renata Tebaldi e la Passeggiata del Melodramma, con la posa delle prime tre pietre, dedicate a Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini e Renata Tebaldi. Ci sono strade intitolate a Renata Tebaldi a Parma, a Lecce, a Rimini, a Cordova, in Spagna. Ci sono giardini a suo nome a Roma e a Milano.
A Pesaro vantiamo una bellissima aula intitolata a Renata Tebaldi, al terzo piano del Palazzo Olivieri preziosamente affrescata dove a tutt’oggi si svolgono le lezioni di Canto Lirico: il mio augurio è che sia aperta a tutti coloro che hanno amato e stimato questa grande artista.
Inoltre mi impegnerò in prima persona affinchè nella città di Pesaro ci sia una strada dedicata a Renata Tebaldi (come è stato per Mario Del Monaco) e sia indicata con una lapide la casa dove ha vissuto.
A Pesaro ancora oggi puoi parlare con la famiglia di Renata Tebaldi : sono le cugine Alberini. Soprattutto voglio ringraziare Valeria per le lunghe conversazioni telefoniche a ripercorrere antichi racconti di famiglia.